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Incentivi

Conto energia: come richiedere i finanziamenti

Continuiamo ora con la trattazione della seconda parte degli interventi volti alla realizzazione di un impianto fotovoltaico sul tetto della nostra casa per aderire al progetto ”conto energia” e iniziare a risparmiare se non guadagnare producendo elettricità.

Dopo aver ultimato la realizzazione dell’impianto, seguendo tutti i passaggi burocratici che abbiamo spiegato la scorsa settimana, vediamo oggi come accedere ai finanziamenti.

La prima parte della procedura è a carico del proprietario dell’impianto, che deve registrarsi sul sito applicazioni.gse.it dove vi verranno forniti username e password. Bisogna quindi accedere all’area dedicata al fotovoltaico del sito, da dove saranno scaricabili i moduli in cui saranno da indicare le caratteristiche dell’impianto e altre informazioni di carattere tecnico: il tutto deve essere stampato, compilato e inviato al Gestore dei Servizi Elettrici entro e non oltre 60 giorni dall’entrata in esercizio dell’impianto.

Il gestore comunicherà l’accettazione della tariffa incentivante, ma vi è sempre la possibilità che richieda contestualmente ulteriori documenti, che dovranno essere inviati entro 3 mesi (90 giorni). L’utente potrà quindi, tramite il sito web, preparare e firmare la convenzione, da spedire in duplice copia (NB solo una firmata) al gestore, che provvederà a restituirne una copia sempre tramite posta.

Ovviamente qualora non vengano rispettati i tempi burocratici che la normativa prevede, l’utente perderà il diritto di usufruire degli incentivi.

La procedura punta ed essere il più semplice e veloce possibile, da qui anche la decisione di rendere disponibile tutta la modulistica online, per evitare molteplici code all’utente per ritirare un semplice foglio.

Alcune voci su Conto energia 2011

Non c’è ancora nulla di ufficiale e siamo tutti in attesa che la conferenza Stato Regioni prenda una qualche decisione, ma le notizie che iniziano a trapelare non sono delle più incoraggianti per il Conto Energia 2011. Infatti il governo starebbe pensando a un piano triennale per diminuire gli incentivi alla realizzazione di impianti fotovoltaici, attraverso tariffe di vendita agevolate dell’energia elettrica al gestore della rete, del 18% spalmato su tre anni: ciò consisterebbe sostanzialmente in una diminuzione del 6% annuo di qui al 2013.

Bisogna anche ricordare come al momento gli incentivi italiani siano i più alti d’Europa, anche più di Germania, dove il fotovoltaico è molto sfruttato e Spagna dove forse c’è più sole che da noi, ma non forse l’Italia non deve sempre puntare alla media europea e potrebbe tentare di distinguersi in qualche campo. Il piano sarà ancora una volta triennale, sarà cioè ridiscusso nel 2014 e permetterà sempre di mantenere la tariffa invariata per 20 anni.

E’ in cantiere da parte degli organi competenti, anche una norma che preveda la cancellazione del ritiro obbligato dei certificati verdi da parte del gestore della rete, che fino ad ora era pagato dai cittadini, anche se con un costo molto basso e quasi irrisorio sulle bollette della luce. Al tempo stesso il Gestore è riuscito nell’acquisizione di un noto centro di ricerche milanese, l’Erse, che permetterà un notevole impulso all’innovazione e si spera anche a interessanti e utili scoperte ed invenzioni nei prossimi anni.

Quindi meglio affrettarsi nella realizzazione degli impianti: le agevolazioni saranno maggiori

Incentivi dalle banche per il fotovoltaico delle aziende

Dal momento che i finanziamenti statali del progetto ”conto energia” sono rivolti sia ai comuni cittadini che alle aziende, non mancano le proposte da parte delle banche anche per le aziende che intendono investire nelle energie rinnovabili senza intaccare il patrimonio aziendale, e per molti aspetti sono simili a quello per i cittadini che abbiamo già trattato.

In particolare la banca Monte dei Paschi di Siena ha tra le sue offerte alle piccole e medie imprese l’offerta ”welcome energy” di cosa si tratta?

”Welcome energy” è un finanziamento progettato su misura per aziende che intendono realizzare impianti fotovoltaici con potenza minima di 1 kW che permette di coprire fino al 100% della spesa fino a 5.000.000 di euro, rimborsabili in rate semestrali posticipate fino a 18 anni. Per tutto il periodo del prestito i guadagni dovuti alla vendita dell’energia elettrica saranno della banca e contribuiranno all’estinzione del prestito, abbinato a una polizza assicurativa della stessa società di credito (AXA MPS).

I tassi possono essere fissi o variabili, con spred variabile in base al merito creditizio dell’azienda che chiede il finanziamento, alle garanzie fornite e alla durata del finanziamento stesso.

Per acquistare il prodotto finanziari basta recarsi in una delle numerose filiali della banca e dei centri dedicati alle imprese. I documenti particolari per richiedere questo prestito sono: una dichiarazione d’impegno a rimettere copia della richiesta di tariffa incentivante inviata al Gestore dei Servizi Elettrici (GSE) e la documentazione finale di entrata in esercizio elencata nell’allegato 4 al Decreto Ministeriale 19/02/2007.

Per ulteriori informazioni, eventuali variazioni dell’offerta e prima di sottoscriverla, controllate sempre le condizioni su:

La Lipu attacca governo e regioni sull’eolico

La Lipu si scaglia contro gli impianti eolici, giudicati in sostanza brutti, inutili e dannosi. La lega italiana per la protezione degli uccelli ha infatti accusato lo Stato e le regioni di non aver avuto una linea ben definita nelle autorizzazioni alla costruzione di nuovi impianti, che non hanno fatto altro che devastare i paesaggi e minare la biodiversità, in particolare dei volatili.

Secondo l’organizzazione infatti questo tipo di impianti produce sì energia pulita, ma con costi troppo alti, a livello anche economico, non solo ambientale, rispetto ai benefici che produce. Infatti a detta della Lipu il costo di gestione degli impianti italiani, una volta che saranno entrati in funzione anche tutti quelli in fase di progettazione e realizzazione, sarà di oltre 3 miliardi e mezzo di euro all’anno, a fronte del solo 1,5% del fabbisogno energetico nazionale che sarà garantito con queste installazioni.

La causa di questo boom dell’eolico negli ultimi anni sono stati infatti gli eccessivi incentivi del governo, quasi doppi rispetto a quelli di tutti gli altri paesi europei, concessi però senza alcun vincolo di tipo naturalistico o paesaggistico, come sostenuto da un responsabile dell’organizzazione, che chiede una immediata revisione del meccanismo di concessione dei finanziamenti in modo da salvare quelle aree che non sono ancora state compromesse dalla costruzione delle eliche.

Certamente serve un piano che regoli la costruzione di centrali eoliche in zone ad elevato interesse paesaggistico, ma è anche indubbio come la diversificazione delle fonti di energia è un tassello fondamentale nella strada verso un domani più sostenibile. Alle istituzioni l’arduo compito di mediare.

Gli Usa leader mondiali del mini-eolico per produzione e installazione

In un periodo di crisi economica, quando interi stati rischiano la bancarotta e quasi tutti i settori dell’economia chiedono alle istituzioni agevolazioni, finanziamenti e quant’altro emerge un dato positivo per il mondo intero e per gli Usa in particolare. Nel mercato statunitense il mini-eolico è cresciuto del 15%, ben cinque punti in più rispetto alla crescita media mondiale.

Per mini-eolico l’American Wind Energy Association, che ha diffuso i dati, intende tutti quegli impianti con capacità massima 100 kW, installati presso abitazioni private, piccole aziende o fattorie. Nel territorio federale sono stati ben 9800 gli impianti installati durante l’anno (poco meno della metà di quelli costruiti nel mondo intero, in cui ne sono stati realizzati 21000), grazie soprattutto ai corposi incentivi del governo federale e dei singoli stati, che hanno garantito una maggiore stabilità per gli investimenti e permesso, cosa importante per la riuscita di progetti come questo, di abbassare notevolmente i costi del singolo impianto.

Il boom  delle vendite ha portato ad una esplosione del settore nel territorio Usa, dove nel corso dello scorso anno ben 9 stabilimenti per questo tipo di produzione sono stati aperti o ampliati, con notevoli benefici per quanto riguarda l’occupazione. Quello statunitense è sicuramente il primo mercato al mondo per la vendita di questo tipo di tecnologia, ma allo stesso tempo il paese guidato da Obama si sta ritagliando un ruolo di primo piano anche nella costruzione degli impianti stessi: sulle 250 aziende che li producono 95 sono a stelle e strisce, oltre il 65% del mini-eolico venduto nel mondo è made in Usa.

Il 70% degli italiani è pronto per l’auto elettrica

Secondo un recente sondaggio a cura della federazione che riunisce le aziende locali dell’energia, del gas e dell’acqua ben il 70% dei nostri connazionali si dice pronto ad acquistare una vettura elettrica qualora fosse in commercio.

In particolare quasi la metà degli intervistati (45%) chiede a questi mezzi una buona autonomia: alle istituzioni e alle industrie si domanda invece di creare una rete di distribuzione capillare e a prezzi accessibili. Una percentuale più o meno analoga chiede che questa svolta verde nelle economie domestiche sia supportata da un piano di ecoincentivi da parte dello Stato, mentre un 40% sogna auto elettriche allo stesso prezzo di quelle tradizionali a benzina e gasolio.

Questi mezzi di trasporto sono già una realtà in giro per il mondo. Gli USA di Obama pianificano la vendita di 1 milione di autovetture elettriche entro il 2015 e saranno stanziati fino a 11mila dollari di incentivi per ogni auto. La Cina ne prevede 500mila unità entro la fine del prossimo anno e 8 milini entro il 2025. La Gran Bretagna ha stanziato 260 milioni di euro e si calcola che l’indotto frutterà 400 mila nuovi posti di lavoro; la Francia intende continuare la politica delle auto elettriche che ha già iniziato da anni aumentando le colonnine di rifornimento.

In Italia si registrano solo iniziative sporadiche, frutto di accordi tra i comuni e le aziende energetiche della zona come nei casi di Milano, Brescia, Roma e Pisa. Forse in seguito al sondaggio anche la politica nazionale si interesserà al tema e punterà e recuperare il tempo perso nei confronti degli altri paesi.

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