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Quanta CO2 produrranno i mondiali? Più o meno come un miliardo di cheesburger

I mondiali di calcio sono ormai alle porte, tutti ne parlano, tutti si interessano e vengono presentati ogni giorno nuovi studi sull’impatto dell’evento sull’economia sudafricana, su quella del continente nero o sui benefici per la popolazione. Ma quali sono i costi ambientali dell’evento? Quanto è costata in termini di CO2 la costruzione degli impianti, i voli delle nazionali e quant’altro?

A dare una risposta a questo dilemma ci hanno pensato il dipartimento dell’ambiente e del turismo del paese ospitante e l’ambasciata norvegese (nazione peraltro non qualificata alla fase finale dei mondiali) che nel 2009 hanno effettuato uno studio su questo aspetto della manifestazione, poi ripreso da autorevoli tabloid come il guardian. L’emissione di anidride carbonica nell’atmosfera (carbon footprint) dovuta all’evento, tenendo conto della realizzazione degli impianti, del loro fabbisogno energetico, dei viaggi di team e tifosi si aggirerà intorno ai 2 milioni e 800mila tonnellate.

Per avere un metro di paragone questa cifra è la stessa quantità di CO2 che rilascerebbe nell’atmosfera la produzione di un miliardo di cheesburger, oppure se preferite 6000 viaggi dello space shuttle. Se ancora non siete paghi di paragoni e volete un metro di confronto con l’attività del nostro pianeta la quantità di diossido di carbonio emessa nell’atmosfera per la realizzazione del mondiale di calcio sarà pari a circa 3 anni di attività blanda dell’Etna.

Lo studio non ha tenuto conto però della carbon footprint di tutti coloro che guarderanno la partita nella loro nazione, seduti sul divano di casa o con amici, dei maxischermi e del traffico che inevitabilmente si creerà nelle strade delle nazioni che avanzeranno nel torneo.

Forse ci sarà qualche motivo in meno per festeggiare, ma si sa che con il calcio buona parte del genere umano perde la lucidità mentale.

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