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Mare

I Mediterraneo si sta scaldando: allarme dei ricercatori italiani

Il nostro mare, il Mar Mediterraneo, è in continuo surriscaldamento, stando ai dati forniti da ricercatori italiani dell’Ismar (istituto di scienze marine del cnr di La Spezia), una tendenza in atto già da tempo, insieme all’aumento della sua salinità, anche dovuta al fatto che stiamo parlando di un mare sostanzialmente chiuso, che ”scambia” relativamente poca acqua con gli altri mari e oceani.

La tendenza al surriscaldamento era già nota da tempo agli studiosi, fin dagli anni ’50, ma essa ha subito una notevole accelerazione a partire dal 2005 ed essendo il cambiamento molto veloce per i lenti tempi della natura, può essere pericoloso per il delicato ecosistema che si è venuto a creare nel corso di migliaia di anni nel nostro bacino.

Essendo inoltre in comunicazione con i grandi oceani, pur per il solo stretto di Gibilterra, profondo appena 300 metri, comunque una variazione di temperatura e salinità del Mediterraneo potrebbe avere effetti sull’atlantico, in particolare potrebbe interagire con la corrente del Golfo, la corrente marina di acqua calda che attraversa tutto l’atlantico dal golfo del Messico fino alle coste dell’Europa del nord, mitigandone il clima.

Le variazioni registrate dai nostri ricercatori possono sembrare cose da poco, basti pensare che l’aumento della salinità è nell’ordine dello 0.024% e quello della temperatura di soli 0.042 gradi centigradi, ma, come sottolineato dai ricercatori nel loro rapporto, stiamo parlando di valori ben al di sopra dei valori normali di accrescimento, che dovrebbero essere almeno cinque o sei volte più piccoli di quelli che sono stati recentemente riscontrati.

Per la Cina nuovamente pericolo alghe

La Cina è di nuovo in guerra contro le alghe. Dopo il 2008, quando la massa di alghe verdi presenti nel mare, spinte dai venti, aveva addirittura rischiato di modificare le date o i luoghi delle competizioni veliche alle olimpiadi di Pechino, il problema si è ripresentato, anche se al momento attuale non sembra insormontabile.

Nel mare a est della Cina stato infatti avvistato un ammasso di alghe verde brillante di dimensioni nell’ordine dei 300 chilometri quadrati. Nel 2008 per ovviare al problema si era ricorso addirittura all’esercito, al reclutamento di volontari e al noleggio dei pescherecci della zona da parte delle autorità, ma oggi la situazione è diversa: non vi è un evento impellente da garantire per evitare una figuraccia mondiale e soprattutto anche i danni economici sono molto limitati, in quanto la pesca nella zona è temporaneamente sospesa a causa di uno periodo di ripopolamento.

I problemi si presenteranno nel momento in cui l’isolotto di alghe giungerà a riva sospinto dai venti. Dovrebbe approdare in una zona balneare, ma il governo sta già istruendo la popolazione su come comportarsi per la pulizia delle spiagge e mettendo in allerta i pescatori per le operazioni in mare, con l’obiettivo di limitare al minimo gli effetti sul turismo locale in vista dell’estate.

Non si sa ancora con certezza quale sia la causa del fenomeno, se sia naturale o se le attività umane ne siano responsabili, ma senza dubbio bisogna fare qualcosa e per ora il governo dello stato più popoloso al mondo si è mostrato all’altezza.

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