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I gorilla di montagna sono in pericolo. Il Ruanda cerca aiuto

L’Onu ha scelto il Ruanda per le recenti celebrazioni della giornata mondiale dell’ambiente e, contemporaneamente, lo stato africano ha organizzato un evento pubblico per dare un nome ai 14 bebè di gorilla di montagna appena nati nello stato, che rappresentano una speranza per una specie messa a rischio dalla deforestazione selvaggia e dalle attività umane.

L’evento, tenutosi appunto in Africa, ha un significato molto profondo, dal momento che in un continente con mille problemi, spesso martoriato da guerre civili, immerso in una povertà quasi assoluta e sfruttato fino all’osso da aziende e società occidentali spesso la valorizzazione del patrimonio ambientale, della fauna e della flora passa in secondo piano per l’impellenza di problemi oggettivamente più urgenti.

Anche i gorilla di montagna sono in un certo modo vittime della complicata situazione del continente nero, dal momento che a oggi si contano solamente circa 700 esemplari della specie in libertà, che vivono per metà sulle montagne vulcaniche del Virunga, al confine tra tre stati: Ruanda, Uganda e Repubblica democratica del Congo (gli altri ”abitano” in territorio Ugandese).

I gorilla di montagna rappresentano una grande risorsa per un paese povero come il Ruanda, in quanto attirano numerosi turisti, che sono disposti a pagare anche 500 dollari per stare un’ora in compagnia di questi maestosi animali nel loro ambiente naturale, che purtroppo sta diminuendo rapidamente.

Ovviamente i gorilla di montagna non sono l’unica specie a rischio nella regione, ma sono un simbolo, e il Ruanda sta cercando di sfruttare la loro fama per chiedere aiuto al resto del modo in nome della salvaguardia della biodiversità.

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