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Fotovoltaico

Il fotovoltaico sul nostro tetto? Ecco come iniziare

Come può fare un comune cittadino a partecipare al programma ”conto energia” per iniziare a produrre elettricità a casa propria e vedere la bolletta della luce drasticamente diminuita?

Per prima cosa sono necessarie alcune autorizzazioni preventive. Qui di seguito riporteremo i passaggi necessari in caso di un impianto di potenza inferiore ai 20Kw. Prima di tutto è necessario una DIA (dichiarazione di inizio attività) da presentare presso il comune interessato dall’intervento e agli enti competenti nel caso ci si trovi in un’area sottoposta a qualsiasi tipo di vincolo, oltre che la richiesta al gestore dei servizi elettrici di un contatore bidirezionale (che permette di calcolare sia l’energia prelevata dalla rete sia quella immessa nella stessa).

Successivamente è necessario un allacciamento alla rete elettrica, che può avvenire contattando il distributore dell’elettricità (es. enel) compilando gli appositi moduli solitamente scaricabili dai siti web delle aziende con cui ci si intende allacciare, indicando non solo i dati anagrafici del richiedente, ma anche i dati dell’impianto in fase di realizzazione, da presentare unitamente alle planimetrie catastali dell’edificio su cui si realizzeranno i pannelli e al progetto preliminare dell’impianto stesso.

Da qui la procedura diventa diversificata a seconda del distributore dell’energia elettrica: alcuni richiedono subito ulteriore documentazione, mentre altri lo fanno in un secondo momento, ma comunque, una volta completati i lavori e avvisata l’azienda in questione, l’allacciamento alla rete avverrà nei tempi concordati precedentemente.

Una volta che l’impianto è stato realizzato e allacciato alla rete sarà giunto il momento di richiedere gli incentivi, che permettono di vendere alla rete l’energia elettrica prodotta con i nostri pannelli a prezzi convenienti e bloccati per 20 anni. Per questa seconda fase, appuntamento alla prossima settimana.

La provincia di Bari lancia il fotovoltaico per le scuole

Il sud del nostro paese è una delle zone più belle del mediterraneo e anche una delle più assolate. Da questa semplice e addirittura ovvia conclusione la provincia di Bari ha avuto una splendida idea di realizzare un progetto che punta a rifornire di energia pulita, rinnovabile e fotovoltaica la maggior parte, se non tutte, le scuole superiori di sua competenza.

Io contratto siglato con una società del gruppo francese Gdf Suez, la Cofely, che curerà la realizzazione e la manutenzione degli ottanta impianti commissionati, che copriranno il fabbisogno energetico di circa 80 edifici dislocati in molti comuni del territorio della provincia barese. Il contratto ha un valore di oltre 17 milioni di euro e per il finanziamento ci si appoggerà alla Banca BIIS: la cifra sarò quindi divisa in rate semestrali per un periodo di poco meno di vent’anni.

La costruzione pratica ed effettiva degli impianti inizierà nel prossimo settembre e una volta a regime questo sistema innovativo per ridurre i costi derivanti dalla gestione degli edifici scolastici permetterà alla provincia di risparmiare quasi 4000 mWh l’anno e di ridurre l’impatto ambientale dell’elettricità consumata da studenti, docenti e quant’altro di oltre 1500 tonnellate di CO2 (anidride carbonica) ogni 12 mesi.

I commenti delle istituzioni sono tutti rivolti all’ottimismo, dal momento che stiamo parlando di un investimento tecnologico che guarda al futuro e permetterà notevoli risparmi in sede di bilancio e in un periodo di crisi dove la scuola e gli enti locali sono bersagliati da continui tagli la provincia ha trovato un’ottima via d’uscita.

La Sharp fornirà i pannelli solari al governo USA

La Sharp ha riportato una grande vittoria per il prestigio della sua divisione che si occupa di pannelli solari e energia, in quanto ha sbaragliato tutti gli altri concorrenti nella gara per l’appalto dei pannelli solari da installare su commissione del governo americano.

La società giapponese si è infatti aggiudicata il contratto con la GSA (cioè la General Sevice Administration, l’ente che in territorio USA si occupa di selezionare le aziende con cui stipulare accordi a lunga scadenza da parte del governo) che le garantirà la fornitura dei moduli solari ad Agenzie e ai dipartimenti statali e federali.

L’accordo è da considerare una vittoria per entrambe le parti in causa, dal momento che con questa firma il governo USA ha definitivamente imboccato la strada della diffusione dei pannelli solari e delle energie alternative in generale, ma è anche un grande riconoscimento per la Sharp, che vede i suoi pannelli giudicato ottimi da un ente molto rigoroso che richiede standard di qualità ben superiori alla media e un giusto rapporto qualità prezzo.

Per i giapponesi l’accordo è considerato un perfetto punto di partenza e un ottimo trampolino di lancio per gli affari futuri della compagnia, mentre da parte del governo americano può essere considerato un punto a favore del sistema appaltatore, che ha semplicemente premiato la migliore offerta sia dal punto di vista economico che da quello strettamente tecnico e legato al pannello solare stesso. La Sharp ora punta a ingrandire ancora di più la sua fetta di mercato non solo sul piano dei pannelli per uso domestico, ma anche su quelli industriali, che tutti speriamo diventino una consuetudine sui tetti delle aziende, che potranno generare utili producendo elettricità.

Australia. Pronto un piano per il 100% di energie rinnovabili nel 2020

L’Australia mira in alto, stando a quanto affermato in questi giorni da un gruppo ambientalista locale supportato da alcuni ricercatori di Melbourne. Il paese dei canguri sarebbe in grado di coprire nel 2020, cioè tra soli 10 anni, il 100% del suo fabbisogno energetico con fonti rinnovabili a impatto zero.

Il costo di questa impresa, che sarebbe senza dubbio di dimensioni colossali, sarebbe pari a un investimento del 3% del Pil australiano per un decennio: 26 miliardi di euro ogni 12 mesi per liberarsi definitivamente dal petrolio. In valuta locale corrisponde a 27 miliardi di dollari australiani, un po’ come se ogni cittadino si impegnasse a versare i soldi necessari per un caffè (3 dollari) ogni giorno per due lustri al governo in nome della sostenibilità ambientale.

Le fonti principali che andrebbero sfruttate secondo questo progetto sono l’eolico e il solare, considerando anche la conformazione geografica dell’isola e il suo clima. L’eolico dovrebbe arrivare a 130 milioni di MWh all’anno, mentre il solare a concentrazione (ricordiamo che una parte dell’Australia è deserto) porterebbe allo stoccaggio dell’energia in depositi di sali fusi per una capacità di oltre 42mila MW. In questo modo sarebbe coperto circa il 98% del fabbisogno energetico nazionale. Il restante 2% dell’energia sarebbe prodotto invece con gli impianti idroelettrici già presenti sul territorio e, in caso di emergenza, si sfrutteranno anche le biomasse, che saranno sempre pronte all’uso per 10mila MW.

Il tutto deve essere ovviamente accompagnato da una politica di forte risparmi energetico, che punti, tra le altre cose, a incentivare l’acquisto delle macchine elettriche, perchè sarebbe una beffa produrre energia in modo pulito e inquinare con i motori benzina e diesel.

Incentivi dalle banche per il fotovoltaico delle aziende

Dal momento che i finanziamenti statali del progetto ”conto energia” sono rivolti sia ai comuni cittadini che alle aziende, non mancano le proposte da parte delle banche anche per le aziende che intendono investire nelle energie rinnovabili senza intaccare il patrimonio aziendale, e per molti aspetti sono simili a quello per i cittadini che abbiamo già trattato.

In particolare la banca Monte dei Paschi di Siena ha tra le sue offerte alle piccole e medie imprese l’offerta ”welcome energy” di cosa si tratta?

”Welcome energy” è un finanziamento progettato su misura per aziende che intendono realizzare impianti fotovoltaici con potenza minima di 1 kW che permette di coprire fino al 100% della spesa fino a 5.000.000 di euro, rimborsabili in rate semestrali posticipate fino a 18 anni. Per tutto il periodo del prestito i guadagni dovuti alla vendita dell’energia elettrica saranno della banca e contribuiranno all’estinzione del prestito, abbinato a una polizza assicurativa della stessa società di credito (AXA MPS).

I tassi possono essere fissi o variabili, con spred variabile in base al merito creditizio dell’azienda che chiede il finanziamento, alle garanzie fornite e alla durata del finanziamento stesso.

Per acquistare il prodotto finanziari basta recarsi in una delle numerose filiali della banca e dei centri dedicati alle imprese. I documenti particolari per richiedere questo prestito sono: una dichiarazione d’impegno a rimettere copia della richiesta di tariffa incentivante inviata al Gestore dei Servizi Elettrici (GSE) e la documentazione finale di entrata in esercizio elencata nell’allegato 4 al Decreto Ministeriale 19/02/2007.

Per ulteriori informazioni, eventuali variazioni dell’offerta e prima di sottoscriverla, controllate sempre le condizioni su:

Impianti solari: fotovolatico o solare termico?

Inizia oggi su questo sito una nuova ”rubrica” settimanale sugli impianti solari. Ogni settimana infatti compariranno nuovi articoli per aiutarvi a districarvi tra le varie offerte che compaiono in merito ai pannelli, ai finanziamenti, alle nuove tecnologie e alla realizzazione pratica dell’impianto per la vostra abitazione. Grazie a un impianto solare si può infatti risparmiare sulla bolletta elettrica come su quella del gas: dipende tutto dalla struttura che andrete a installare.

Infatti esistono due tipi di impianti disponibili per uso privato o aziendale: quelli fotovoltaici vi permetteranno di produrre energia elettrica per il vostro uso domestico e, se ne produrrete più di quella consumata, potrete addirittura venderla al gestore della rete con una notevole diminuzione dei tempi di ammortizzamento del costo dell’impianto.

L’altra tipologia di impianto invece permette di scaldare l’acqua con l’energia del sole. I pannelli infatti scalderanno il liquido contenuto in un serbatoio, che potrà essere usata come la normale ”acqua calda” delle caldaie, per esempio per una bella doccia o per il riscaldamento.

Scegliete voi quale modello si adatta di più ai vostri bisogni domestici e tenete conto che, nonostante il periodo di crisi economica che stiamo vivendo, si può usufruire di incentivi per la realizzazione dell’impianto e che quasi tutte le banche si sono attrezzate per prestiti tagliati su misura per questi tipi di investimenti, sia per i privati che per le aziende che vogliono una svolta ecologica (che però sarà salutare anche per il portafoglio).

La prossima settimana parleremo proprio di questo, rispondendo a una delle domande più frequenti: come posso accedere a un finanziamento per costruire un impianto solare sul mio tetto?

Nel freddo Canada la città di Okotoks è scaldata interamente con il solare

Chi sostiene che il solare può funzionare solo in aree calde di sicuro non è a conoscenza di quello che sta accadendo nel Canada occidentale, nella provincia dell’Alberta, più precisamente nella cittadina di Okotoks.

In questo remoto e freddo paesino è stato organizzato il progetto di ricerca ”Drake Landing Solar Community”, che ha come obiettivo quello che può sembrare un paradosso: riscaldare comunità intere in zone molto fredde attraverso il solare. Sono state realizzate 52 case e un sistema di 800 collettori solari, con superficie complessiva che sfiora i 2300 metri quadrati, che dovrebbero fornire alla comunità quasi tutto (90%) il riscaldamento di cui necessita nell’arco di dodici mesi.

I pannelli vetrati piatti utilizzati sono comuni, mentre è innovativo il liquido termoconvettore: è formato per la metà da acqua e per metà da un antigelo a base di glicole: il calore, prodotto soprattutto durante l’estate, viene immagazzinato sottoterra in 144 pozzi a scambio di calore con enormi quantità di acqua. A pieno regime il complesso sarà in grado di portare la sua temperatura a ben 80 gradi.

Quest’acqua sarà utilizzata per il riscaldamento dei normali termosifoni, mentre invece il fabbisogno quotidiano di acqua calda sarà soddisfatto da ulteriori panelli solari collocati sui tetti degli immobili di nuova costruzione.

Il progetto è stato finanziato dalle istituzioni, sia locali che nazionali e la località è stata scelta per una sua caratteristica che la rende unica nella sua zona: nonostante in inverno le temperature tocchino punte di -40 gradi nelle notti più fredde, l’area riceve dal sole una quantità di energia paragonabile a quella dell’Italia.

L’edificio biocompatibile a forma di uovo di struzzo

Il progetto di cui vogliamo parlarvi oggi riguarda un edificio dalla forma davvero rivoluzionaria, con emissioni quasi pari a zero grazie all’impianto fotovoltaico, uno geotermico, a una pala eolica e a vetrate basso emissive che lo rendono autonomo dalle fonti di energia non rinnovabili e biocompatibile perché realizzato con materiali naturali.

In Italia, purtroppo, non ha ancora visto la luce questo progetto; infatti, il nostro Paese, come gli altri, ha la necessità di risparmiare energia, abbattere la produzione di CO2 nell’atmosfera, vivere in ambienti confortevoli ed accoglienti, ma soprattutto risparmiare sulle bollette che sono sempre una grande preoccupazione per i cittadini. Partendo da queste necessità, lo Studio Archingegno ha ideato un nuovo modo di concepire l’architettura: il primo passo in questa direzione è stata la presentazione del progetto dell’Uovo di Struzzo con gli Occhi di Mosca, un edificio bioclimatico che, per la prima volta in Italia, osserva la Natura utilizzando al meglio le risorse che offre.

L’Uovo di Struzzo con gli Occhi di Mosca è un palazzo costituito da sette piani, con una forma ellittica la quale garantisce la minima resistenza aerodinamica ai venti; inoltre, è costruito con materiali naturali come il sughero, il legno lamellare e la fibra di cellulosa. Sia le vetrate che il sistema ad esagoni concentrici funzionanti a doppio schermo, permetteranno di regolare, nelle stagioni e nelle diverse ore del giorno, i raggi di luce proveniente dall’illuminazione del sole. Allo stesso tempo, i muri di Trombe producono un disorientamento termico di quattro ore; questo garantisce un apporto di calore nella stagione invernale e un clima fresco in quella estiva.

Da un progetto di inizio ‘900 una nuova via per l’eolico

Nel campo dell’eolico sta cambiando qualcosa: un’azienda americana ha sviluppato un progetto dello scienziato serbo Nikola Testa (risalente al primo decennio del novecento), che permetterebbe produrre energia elettrica a 9 centesimi di euro al kWh, cioè ad un prezzo paragonabile a quello attuale, ma con quantità di vento minori e soprattutto con un minor impatto sui panorami grazie all’assenza di pale.

Ecco come funziona. Una serie di sottili dischi metallici separati da spazi vuoti sono disposti in modo che il passaggio dell’aria li metta in rotazione, quindi l’energia meccanica viene trasferita a un albero motore collegato a un normale generatore. La rivoluzione è però nel disegno aerodinamico della disposizione interna dei dischi, che rendono la macchina efficiente con venti di varia intensità e nella possibilità di costruire mini-impianti da10 kW, da poter installare sopra gli edifici senza danneggiare i paesaggi, un po’ come per i pannelli solari.

Questo progetto potrebbe anche essere adattato al geotermico, in quanto necessiterebbe di fluidi a minor temperatura e presenterebbe analoghi vantaggi.

Nell’ambito delle energie rinnovabili forse siamo giunti a un punto di svolta. Negli ultimi anni sono stati fatti grandi progressi, ma non sono ancora stati superati i dubbi dei più scettici soprattutto riguardo all’impatto paesaggistico di queste opere. Certamente gli impianti eolici tradizionali, le dighe delle centrali idroelettriche o i grani campi di pannelli fotovoltaici deturpano paesaggi bellissimi e forse è anche questa una delle cause che portano l’Italia a investire budget ridotti in questo ambito, per non penalizzare il settore turistico. Senza questo alibi però anche noi italiani non avremo più scuse per non investire in questo settore.

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